sabato 19 marzo 2011

1) Fiaba o favola? 2) Chi ha fatto trenta può fare trentuno 3) La carta igienica 4) Il fantasma del lago


Mirò


Fiaba o Favola?

Cerchiamo di fare chiarezza.

La fiaba è narrata come un racconto popolare ( anche ) oralmente ed è anonima, ossia non se ne conosce il primo narratore (l’autore), ma soltanto l’ultimo e, forse, la sua fonte.

Diversamente dalla fiaba e dalla leggenda, la favola è un genere letterario che appartiene alla tradizione scritta fin da tempi molto antichi.
Le favole sono presenti in tutte le culture e in tutto il mondo e quasi tutte si assomigliano.
La fiaba è un tipo di narrazione i cui protagonisti non sono quasi mai animali (tipici invece nella favola), ma creature umane, coinvolte in avventure straordinarie con personaggi dai poteri magici come fate, orchi, giganti e così via.
Le fiabe sono state tramandate oralmente, ma c'è chi le ha raccolte e trascritte

Cercando di semplificare, ai più piccini, possiamo dire che la differenza tra una fiaba ed una favola, sta perlopiù in questo semplice concetto : la fiaba non ha un “papà” ben definito, la favola sì.

Ad esempio, è una favola quella di Pinocchio, è una fiaba quella di Cappuccetto Rosso, anche se da tutti attribuita ai fratelli Grimm.


Perché si dice così: Chi ha fatto trenta può fare trentuno?

Papa Leone X, il I° luglio 1517 creò trenta nuovi cardinali; poi gli parve che un altro prelato fosse pure degno di quell’onore, e nominò cardinale anche lui.
Qualcuno si meravigliò, vedendo che il papa, il quale aveva pensato di fare trenta cardinali, ne avesse fatto uno di più, e Leone X rispose:

- Chi ha fatto trenta può fare trentuno -

La frase è rimasta a significare che colui il quale ha fatto uno sforzo può facilmente aggiungerne uno minore.

La scoperta e le invenzioni: La carta igienica


Joseph Gayetty , uomo d’affari americano inventa questo prodotto, presentato in pacchi a fogli singoli, ma non riesce a trovare acquirenti a causa dell’elevata "concorrenza" di vecchi libri, cataloghi, giornali, dell’epoca la miniera più feconda di carta per uso igienico.
La carta igienica sarà perfezionata dall’inglese Walter Alcock che nel 1879 inventa il rotolo con fogli a strappo e sfonderà sul mercato americano nel 1884 quando due fratelli, Edward e Clarence Scott, presenteranno il rotolo bucherellato moderno realizzato con carta morbidacome il lino, e poi chiamato Scottisue, dando inizio a una multinazionale dell’usa e getta. Questa compagnia lancerà nel 1907 anche i primi fazzoletti usa e getta.

Un racconto piccino - piccino: IL fantasma del lago

Fino al 1600 il lago del Rutor rappresentava una calamità per la popolazione di La Thuile perché sovente le sue acque rovinavano a valle causando terribili inondazioni.
Un giorno un cacciatore, di nome Pantaleon, decise di andare a caccia proprio nella zona del lago. Mentre camminava sul sentiero vide spuntare all’improvviso una lepre bianca, prese il fucile e fece fuoco ma non la colpì, sparò una seconda volta ma di nuovo il colpo andò perso. Stupito per il doppio errore, era infatti considerato un tiratore molto bravo, si mise a inseguire la lepre che, direttasi verso il lago, si infilò in una tana e non ne uscì più.
Pantaleon, ansante per la corsa, posò infuriato il fucile a terra, poi scese alla sponda del lago e messo un segno per poter controllare se il livello delle acque era in aumento, mangiò un boccone e si appisolò.
Sognò la lepre bianca: era quasi certo di averla colpita ma questa non aveva versato una goccia di sangue…strana storia.
Al risveglio andò a controllare il livello del lago e vide che questo era salito di un dito.
Si diresse allora verso il punto da cui le acque defluiscono a valle per vedere se c’era qualcosa che ne impedisse la corsa. Mentre compiva questa operazioni, doverose perché un avviso tempestivo avrebbe permesso ai Thuileins di mettere in salvo se stessi e i loro beni dalla furia delle acque, si sentì chiamare. Si voltò e vide un vecchio amico che seduto tranquillamente su una pietra lo guardava sorridendo.
Si avvicinò e riconobbe l’uomo che gli stava parlando e con il quale spesso aveva banchettato, parlando di caccia e ricordò che era morto qualche anno prima.
Fu immediatamente colto da grande spavento e fatto un passo indietro, stava per mettersi a scappare a gambe levate quando il “revenant”, parlando con molta dolcezza, gli disse: -Non aver paura, non ti porterò alcun danno, non mi riconosci dunque più?-. " Sì, rispose il cacciatore, ma non immaginavo di rivedervi sapendo che siete morto da tanto tempo".

E dicendo quelle parole tremava sempre di più.
Lo fantasma lo incaricò di portare un messaggio alla sua famiglia, facendosi promettere che non lo avrebbe ripetuto a nessun altro e infine Pantaleon, preso il coraggio a due mani, chiese al fantasma, in cambio del servigio, di rivelargli se il lago avrebbe ancora provocato grandi disastri.
"Questo è un segreto al di sopra delle mie capacità, ma se tu prenderai l’impegno di non usare più il tuo archibugio, qualunque animale ti si pari davanti, fossero pure camosci, volpi argentate o galli cedroni, il lago non sarà più nemico".
Si salutarono e il cacciatore, che aveva resistito fino ad allora, scappò e si mise a correre quanto le gambe glielo permettevano.
Dopo aver percorso qualche centinaio di metri, prima di inforcare il sentiero che, ripido, scende su La Thuile, si girò un attimo e vide la lepre bianca salire verso la cima del Rutor.
Giunto in paese si mise a letto e vi restò ammalato per due settimane. Nel frattempo aveva mandato a chiamare la famiglia dell’amico morto e aveva riferito il messaggio che gli era stato affidato.
Non mancò alla promessa fatta e non svelò mai a nessun altro ciò che il fantasma gli aveva confidato; mise l’archibugio nell’armadio e non lo usò più.
Quando , andando in montagna, incontrava qualche magnifico animale, girava il viso dall’altra parte e continuava per la sua strada.
Sarà un caso, ma da allora il lago del Rutor non è mai straripato. Nel luogo in cui avvenne l’incontro tra Pantaleon e il “revenant” sorge oggi una cappella dedicata a San Grato e Santa Margherita.

(Le conte di baou)

A presto... con Pensieri Piccini

Premessa agli adulti...


Mirò


Premessa
agli adulti...

Da tempo, i miei piccoli lettori mi chiedono di scrivere favole, storie fantastiche, pensieri anche per loro.
Davanti a queste richieste, mi sono trovato molto povero.
Scrivere una favola, anche di sole poche righe è impresa più difficile di quanto potrebbe sembrare.
I miei piccoli amici, devono sapere che io ho sempre amato la fiaba, la favola, il racconto popolare, forse anche più delle grandi storie e romanzi di importanti scrittori.
Scrivere una favola, è qualcosa di sublime, ancor più se questa favola segna i cuori dei bambini.
Chi mi conosce sa quanto, ancora oggi , io continui ad amare le favole, in particolare quella di “Pinocchio”.

L’ho letta da bambino e riletta più volte da adulto, cercando di capirne tutte le sue sfumature attraverso il pensiero di illustri scrittori e studiosi, partendo dal maestro Fernando Tempesti con il suo “Pinocchio commentato”, fino ad arrivare al “Contro Mastro Ciliegia” del Cardinale Giacomo Biffi.
Avrei potuto evitare tutte queste letture se avessi avuto la possibilità di fermarmi a parlare, seduto su una panchina, con Collodi.

Chissà forse un domani…

Ho raccolto favole, racconti fiabeschi , romanzi per ragazzi , e alcuni libri che riportano racconti popolari, nella mia piccola biblioteca, ove ho riservato loro uno spazio prezioso, forse il più prezioso. Molte di queste storie mi sono state raccontate dai miei genitori e dai nonni, come spesso sarà capitato anche a voi.
Il fascino di una fiaba o di un racconto popolare, assume una veste tutta sua, tutta particolare, se questa prima ancora di essere letta dal bambino, a lui viene raccontata.
Vivono nelle parole, nel tono e nel timbro della voce come nella mimica facciale, tutte le più alte sfumature del racconto.
Saper raccontare una favola è un’arte che tutti possiamo imparare, ma non è come leggere un giornale, un testo di scuola, è qualcosa di più, qualcosa che nasce da dentro ancor prima che dal libro.
L’abitudine di raccontare favole ai bambini si va purtroppo sempre più perdendo. Si trascura così il fatto che il bambino è un bambino non un adulto in miniatura, che la realtà che vive è comunque una realtà simbolica e che le uniche spiegazioni che hanno un senso per lui sono le spiegazioni per immagini.
Abbandonare i racconti di fiabe significa abbandonare la migliore via di accesso a quel mondo fantastico in cui il bambino è immerso, significa privarlo di un supporto utile, anzi indispensabile, ad affrontare e a risolvere le sue angosce.
La fiaba parla dei perché, la fiaba parla sempre del significato di ciò che accade. E, nelle fiabe, i bambini vincono. ( Paola Santagostino)


Non so se riuscirò ad esaudire i vostri desideri e con quale frequenza, ma in qualche modo ci proverò, non ho una idea ben precisa su come affrontare questo tema, forse perché è la prima volta che lo faccio fuori dal mio ambito familiare, e poi è passato tanto tempo da quando le raccontavo a Giacomo, mio figlio, ora diventato adulto. I sogni , tuttavia, non vanno spenti ancor prima del nascere, quindi ogni tanto ( non sempre) proverò a raccontarvi qualche storia, forse non saranno sempre delle fiabe, ma saranno di sicuro storie che meritano di essere raccontate, saranno rivolte non solo a voi ma anche ai ragazzi un po’ più grandi e perché no anche agli adulti.

Alcune di queste storie le avrete già sentite, altre raccontate in modo diverso.

Se saranno fiabe, saranno anche storie piene di verità, perchè tutte le verità sono state raccontate e nascoste nelle fiabe.
Proverò a non essere solo in questa avventura, di certo qualche mamma e papà, di buon cuore, avranno una bella storia da raccontare a tutti voi, forse proprio la loro storia, o una storia a loro raccontata tanti anni fa, e che vogliono condividere con me e con voi, attraverso: Pensieri Piccini.

In Pensieri Piccini, non saranno solo riportate storie popolari e fiabe o racconti di vario tipo, ma raccolte, anche, alcune informazioni interessanti e divertenti senza essere, tuttavia, legati ad alcun schema.

Buon viaggio… con Pensieri Piccini